martedì 19 dicembre 2006

Salvare gli affreschi di palazzo Luminati a Urbino


Alcuni anni fa, era il 2002, ad Urbino scoppiò una furibonda polemica sul cosiddetto “piano colore” per il centro storico.
La battaglia, combattuta a colpi di comunicati stampa, conferenze e dichiarazioni di personaggi di fama mondiale, riguardava la predisposizione di un piano urbanistico del colore al quale avrebbero dovuto attenersi quanti intendevano ristrutturare gli edifici del centro storico. Secondo i detrattori di questa proposta Urbino avrebbe perso così la sua caratteristica di città di mattoni.
Le mura, gli edifici privati e pubblici, civili e religiosi, persino il selciato di alcune vie e naturalmente il Palazzo ducale: tutto ad Urbino è di mattone. Tutto appare nelle tonalità che vanno dall’arancione al rosso, dal marrone al nero (sic!); anche la malta che lega i mattoni si presenta in diverse tonalità da luogo a luogo, a volte persino consunta e quasi insistente tra i vecchi mattoni in posa da secoli senza alcun altro intervento successivo.
Questa caratteristica di città di mattoni a vista è stata fortemente difesa da una parte della cittadinanza contro l’ipotesi che si potesse permettere l’intonacatura dei vetusti palazzi del centro.
Orbene, è indubbio che l’attuale situazione della città sia quella descritta sopra (salvo qualche raro intervento a colori realizzato negli ultimi dieci anni circa), ma occorre ricordare che questa caratteristica è stata raggiunta da Urbino per via della totale incuria nella quale sono state lasciate per decenni e decenni le facciate degli edifici del centro storico.
I palazzi del centro, spesso rinnovati nello stile dal Quattrocento in poi, erano tutti intonacati. I mattoni sono emersi dall’intonaco che via via andava sbriciolandosi per le intemperie, lo smog, i terremoti, senza che nessuno provvedesse a riparare ai danni.
Tra le tracce più o meno ampie di intonaco che sopravvivono sulle facciate di alcuni palazzi, si possono individuare tracce di decorazioni come quelle, geometriche, di un palazzo di via Budassi.
Non è facile notare questi particolari, sia perché le tracce di intonaco sono spesso decisamente residuali, sia perché l’inclemenza degli eventi, il trascorrere del tempo e l’incuria dell’uomo hanno fatto sì che tutto appaia uniformemente coperto da una patina nerastra.
Così, solo recentemente mi è capitato di notare che gli avanzi di intonaco del palazzo Luminati (ora Lucciarini) in via Mazzini 57 sono decorati da fregi e figure apparentemente interessanti.
Sono andato subito a leggere che cosa è scritto sull’argomento in MAZZINI, I mattoni e le pietre di Urbino (1982), p. 370, e vi trovo scritto: “E’ da porre tra gli edifici urbinati di maggiore interesse e parzialmente ispirati a certe forme del Palazzo ducale. Tipica è l’incorniciatura delle finestre che si aprono sul prospetto in doppio ordine, poggiando sulla cornicetta marcapiano a mo’ di davanzale, corrente lungo tutta la facciata; questa –purtroppo menomata dalle due botteghe aperte ai lati del portale- era pure animata da una decorazione a fresco e a graffito ora affatto in rovina, ma i cui frammenti sparsi rivelano un disegno di non comune finezza; il motivo dei grifi, poi, leggibile talora sotto la cornicetta superiore, fa pensare a Francesco di Giorgio Martini, cui il Rotondi (1950) ha attribuito giustamente il disegno dell’edificio, quanto meno nei prospetti interni del cortiletto.”
A fronte di tutto ciò la domanda è persino banale. Che cosa si aspetta ad intervenire?
Per il restauro delle mura urbiche si è atteso il crollo degli anni ‘90, per l’intervento per la loggia a fianco del duomo si è atteso il recentissimo cedimento a seguito di una scossa tellurica.
Nulla di così clamoroso richiamerà mai l’attenzione verso il lento ma inesorabile procedere della disgregazione delle decorazioni (quattrocentesche?) della facciata di uno dei più bei palazzi di Urbino. Saremo così costretti ad assistere inermi alla perdita definitiva di una così importante testimonianza artistica? Tutto ciò non mi sembra solo una “mostruosa sciocchezza” ma un vero crimine contro il patrimonio storico di un sito tutelato dall’UNESCO.

Questo intervento è stato segnalato al sindaco di Urbino, alla Sprintendenza di Urbino, alla Commissione italiana dell’UNESCO.

alcuni link interessanti:
  • Vedi articolo di PatrimonioSOS.it sul "piano colore"
  • Vedi UNESCO.it: il centro storico di Urbino resta patrimonio dell'umanità


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