Presentazione a Gubbio del libro "Il segno del falco. Gli Accomanducci di Monte Falcone e un'ipotesi per gli affreschi dell'Oratorio di San Giovanni di Urbino"
Giovedì 29 dicembre 2016, ore 17 Sala dell'ex Refettorio - Biblioteca Sperelliana Intervengono i ricercatori storici e storici dell'arte: - Patrizia Biscarini - Fabrizio Cece - Ettore Sannipoli Per i relatori e i temi degli interventi, la presentazione può dirsi un piccolo convegno sugli Accomanducci.
E' un appuntamento del progetto: Gubbio Città in Armi. Guerra e società a Gubbio nel basso medioevo con il sostegno de: Associazione Maggio Eugubino Associazioni dei Quartieri Società Balestrieri di Gubbio
A margine della presentazione sarà possibile acquistare il libro, che successivamente sarà in vendita, a Gubbio, presso la Libreria Fotolibri.
Giovedì 15 dicembre 2016, a Urbino, presso Palazzo ducale, è stato presentato il libro Cesare Borgia di Francia. Storia e fiction, a cura di Agnese Vastano, edito dalla Casa Editrice Guerrino Leardini di Macerata Feltria. L'iniziativa, ideata da Giorgio Londei attualmente presidente dell'Accademia di Belle Arti di Urbino, è stata patrocinata dalla ditta Benelli Armi che ormai da qualche anno contribuisce, con volumi sulla storia e l'arte di Urbino, alla promozione culturale della città.
Ecco il sommario dell'opera: M.R. VALAZZI, Borgia vs Sforza, p. 11 A. CONTI, Stemmi e divise di Cesare Borgia e di Guidobaldo da Montefeltro, p. 21 A. BERNARDINI, Leonardo al seguito del Valentino, p. 39 A. VASTANO, Cesare Borgia. Mito del Cinema, p. 51 Alle pp. 65-92 sono pubblicate le traduzioni in inglese di tutti gli interventi.
Alle pagine 21-38, il mio intervento, Stemmi e divise di Cesare Borgia e di Guidobaldo da Montefeltro, è articolato così: 1. Contrapposizioni e similitudini 2. Gli stemmi 2.1 L'arma dei Borgia 2.2 Lo stemma di Cesare Borgia (1475-1507) 2.3 Osservazioni sulla rappresentazione dello stemma di Cesare Borgia 2.4 Lo stemma dei Montefeltro 2.5 Lo stemma di Guidobaldo (1472-1508) 2.6 Osservazioni sulla rappresentazione dello stemma di Guidobaldo da Montefeltro 3. Le divise 3.1 Nascita e caratteristiche delle divise 3.2 La divisa dei Borgia e quella di Cesare Borgia di Francia 3.3 La divisa dei Montefeltro
Nella foto, da sinistra, Giorgio Londei, Agnese Vastano,
Peter Aufreiter (Direttore della Galleria Nazionale delle Marche),
Alcune immagini della presentazione de Il segno del falco. Gli Accomanducci di Monte Falcone e un'ipotesi per gli affreschi di San Giovanni di Urbino. Svoltasi venerdì 21 ottobre 2016, a Urbino presso l'Oratorio di San Giovanni Battista. Sono intervenuti: Giuseppe Magnanelli priore della
Confraternita di San Giovanni Battista Agnese Vastano storica dell’arte,
direttrice dei recenti restauri degli affreschi dei fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni. Antonio Conti autore, araldista
Eccomi finalmente ad annunciare, anche sul
blog, l’avvenuta pubblicazione dei risultati della miaultima ricerca nel libro
“Il segno del falco.
Gli Accomanducci di Monte Falcone e un’ipotesi per gli affreschi di San
Giovanni di Urbino”.
Il segno
del falco. Gli Accomanducci di Monte Falcone e un’ipotesi per gli affreschi di
San Giovanni di Urbino
Youcanprint
Self-Publishing, Tricase (LE) 2016 ISBN
97-88-93329-72-9 Formato
17 x 24 cm Pagine
92, con illustrazioni a colori
- Dalla quarta di copertina
“Talvolta citati nella storiografia dei più
noti Montefeltro, gli Accomanducci ottengono per la prima volta la
ricostruzione di un profilo storico che evidenzia il rilievo raggiunto nei
decenni a cavallo dei secoli XIV e XV. Originari del castello di Monte Falcone,
nei pressi di Acqualagna, divennero parte del più ristretto entourage dei conti di Urbino,
raggiungendo il rango comitale sul castello di Petroia nel territorio di
Gubbio.
Dalla ricerca araldica qui ricostruita e
dalla delineazione del profilo storico, è scaturita la felice intuizione
dell’autore, che ipotizza il collegamento degli Accomanducci con una delle più
importanti opere pittoriche del Gotico internazionale: gli affreschi
dell’Oratorio di San Giovanni Battista di Urbino realizzati da Lorenzo e Jacopo
Salimbeni intorno al 1416. L’ipotesi proposta, basata su fatti documentati
messi in relazione con l’evidenza della rappresentazione pittorica, permette di
illuminare almeno in parte il lato oscuro dell’opera: la committenza”.
(Territorio del castello di Monte Falcone)
(Abbazia di San Vincenzo al Furlo - Acqualagna)
(Urbino, l'odierna piazza Rinascimento e i luoghi degli Accomanducci)
- Altro
sul libro
Il
volume si apre con la presentazione di Agnese Vastano che, come storica
dell’arte della Soprintendenza di Urbino, ha diretto i recenti restauri del
ciclo pittorico dei Salimbeni nell’oratorio di San Giovanni a Urbino.
La prima
parte, che corrisponde grossomodo a metà del volume, si sviluppa tracciando un
profilo storico, del tutto inedito e sorprendente, di una famiglia rimasta fino
ad ora nell’ombra, offrendo anche una prospettiva nuova per guardare alla
vicenda della città di Urbino fra Tre e Quattrocento. Nella
seconda parte si dà concretamente conto di quale complessità potesse avere
l’ampia relazione parentale degli Accomanducci: di quali scelte furono
probabilmente chiamati a compiere e a quali rischi furono verosimilmente
esposti, tra guerre, intrighi e tradimenti nei quali furono coinvolti i loro più
stretti parenti. La terza
parte è in realtà il nucleo dell’indagine dal quale sono partito: una ricerca
araldica che vede legati lo stemma del castello Monte Falcone, quello del
comune di Acqualagna e quello della famiglia Accomanducci. Un legame fino a ora
sconosciuto che però ha corrispondenze altrettanto interessanti in altre realtà
nel comitato della città di Urbino. La
quarta parte ha ovviamente conquistato la copertina del volume, poiché riguarda
i meravigliosi dipinti dei fratelli Salimbeni nell’oratorio urbinate di San
Giovanni Battista. In quest’ultima parte illustro e documento gli indizi che mi
hanno portato a formulare l’ipotesi di un diretto coinvolgimento degli
Accomanducci nella committenza del ciclo pittorico. L’intuizione muove dalla
presenza del falco (del segno del falco) nella scena del battesimo di Cristo. Le vite
di San Giovanni e la Crocifissione, dipinte dai Salimbeni, sono ricche di
riferimenti emblematici e simbolici, di segni convenzionali perfettamente
leggibili agli occhi dell’osservatore di seicento anni fa (l’opera è datata 18
luglio 1416); oggi, invece, sono difficilmente decifrabili. Su alcuni di essi
mi sono soffermato, altri li ho solo indicati quali spunti per ulteriori indagini. Altre
indagini sono sicuramente auspicabili. Gli storici hanno a disposizione altri
documenti sugli Accomanducci, quantomeno presso gli archivi di Urbino e Gubbio.
Forse questo mio primo contributo potrà suscitare qualche interesse in merito,
chissà...
(Castello di Petroia - Gubbio)
(Stemma degli Accomanducci al castello di Petroia)
(Stemma degli Accomanducci, Archivio di Stato di Firenze)
- La
ricerca
Per la
ricerca ho consultato documenti presso gli Archivi di Stato di Firenze, di Pesaro,
di Siena; presso le Sezioni di Archivio di Stato di Fano, Gubbio e Urbino;
presso l’Archivio di Stato della Repubblica di San Marino; presso l’Archivio
Storico del Comunale di Acqualagna “Egidio Conti”. Ho poi consultato documenti
presso la Biblioteca Gambalunga di Rimini, la Biblioteca Oliveriana di Pesaro,
la Biblioteca dell’Area Umanistica dell’Università di Urbino. Insomma, un vasto
itinerario. Inoltre internet mi ha permesso di consultare comodamente a casa documenti
della Biblioteca Augusta di Perugia.
La
bibliografia consta di oltre centoquaranta titoli, oltre ai manoscritti e alle pubblicazioni
online. La lunga
lista della mia riconoscenza è pubblicata nel libro, qui rinnovo i ringraziamenti
a tutti ricordando Sara Cambrini, Fabrizio Cece, Francesca De Vita e Agnese
Vastano.
Il libro
è dedicato a Mons. Franco Negroni, che poco prima di morire volle fornirmi al
volo alcune informazioni sugli Accomanducci, ma alle cui preziose ricerche non
ho purtroppo avuto possibilità di accedere dopo la sua morte. È dedicato anche
al mio bisnonno, Egidio Conti, che per primo pubblicò notizie sul castello di
Monte Falcone sul finire dell’Ottocento, nei “Cenni storici” dove io per la
prima volta ebbi occasione di leggere il nome di un Accomanducci.
(Oratorio di San Giovanni Battista - Urbino - Affreschi dei fratelli Salimbeni)
(Affreschi dei fratelli Salimbeni, particolare del Battesimo di Cristo)
- L’indice
del volume
1 PER UN PROFILO STORICO
1.1 Come un’introduzione: le fugaci
apparizioni storiografiche 1.2 Le origini: il patronimico 1.3Le origini: il castello di Monte Falcone 1.4Le prime notizie 1.5 Alla corte di Urbino 1.6 La famiglia e i parentadi 1.7Castelli, palazzi e terreni 1.8 Chiese, cappelle e aspetti della
religiosità
2 PARENTELE COMPROMETTENTI
2.1 Il tradimento dei Gabrielli 2.2La cessione di Casteldelci 2.3La congiura di carnevale
3 LO STEMMA
3.1 A caccia del falco 3.2 Relazione tra l’arme di famiglia e quella
del castello
4 ALL’ORATORIO DI SAN GIOVANNI
4.1Gli affreschi dei Salimbeni e il problema
della committenza 4.2Guidantonio da Montefeltro e la calza
divisata di Erode Antipa 4.3Il giovane col falco
5CONCLUSIONI
BIBLIOGRAFIA
- Nota
sull’edizione in self-publishing
In
questi ultimi anni ho pubblicato interventi, sull’araldica, un po’ ovunque, su riviste
specializzate, quotidiani, periodici, collane di studi e libri, grazie alla
fiducia accordatami da chi mi ha ospitato e riscuotendo una certa attenzione di
pubblico.
Questa
volta, la tipologia del prodotto della mia ricerca mi ha indotto a tentare la
strada del self-publishing.
Il libro
ha il suo bravo e indispensabile codice Isbn, è reperibile presso l’editore,
presso i principali store online (come Amazon, IBS, Feltrinelli, Mondadori), è
ordinabile nelle librerie. Un domani finirà in qualche biblioteca e sarà
rintracciabile con l’Opac da chi farà ricerche sul tema. Insomma, mi
interessava condividere l’esito della mia ricerca e in questa occasione il
self-publishing è sembrata la strada giusta.
Ho
ottenuto dall’editore il più basso prezzo possibile per un volume stampato on demand.
Anche le più rosee previsioni di vendita non ripagheranno le spese sostenute
per la ricerca e il tempo dedicato; tuttavia, la stampa on demand permette di
abbattere enormemente i costi di stampa complessivi, quelli di magazzino e
quelli di una promozione solitamente assente e di una distribuzione per lo più
inefficace, costi caricati sulle spalle dei poveri autori. Il tempo
dirà se ho fatto la scelta giusta.
All'amico Freddy Webster, che si sta preparando a partecipare alla manifestazione Tempo di Medioevo alla Rocca (Brisighella 2-5 giugno 2016) nei panni di Branca Brancaleoni (1295 ca. - 1379), ho regalato uno stendardo. L'ho dipinto basandomi sullo stemma rinvenuto nella chiesa di Caresto di Sant'Angelo in Vado. Il drappo, in lino grezzo, è opera della Sartoria MonRo.
Siamo ormai a meno di una settimana dalle due giornate, sabato 21 e domenica 22 maggio, nelle quali, a Fano (PU), si svolgerà il XXII Convegno Nazionale del Centro Italiano Studi Vessillologici, che ho contribuito a organizzare. Si terrà presso la sala capitolare dell'ex monastero di Sant'Agostino, attualmente sede dell'Archeoclub.
L'iniziativa è patrocinata dall'Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Fano.
L'ingresso è libero, aperto a tutti gli interessati
Ecco il programma:
Sabato 21
maggio
mattino
10.30 -
Ritrovo presso la sede del convegno. Incontri,
mostra-scambio, allestimenti.
pomeriggio
14.30 -
Andrea Carloni - L’arte dello
stendardo nel Quattrocento europeo: fonti,
ipotesi e spunti di ricerca.
15.00 -
Flavio Marchetto - Il Vessillo
Ducale di Milano con il
Francia Antica: 1395-1402.
15.30 -
Massimo Predonzani - La divisa
italiana sugli stendardi, banderuole, calze, giornee,
bardature e pennacchi delle
condotte di ventura del ‘400.
16.00 -
Alfredo Betocchi - L’aquila a
due teste e la vocazione imperiale nella Grecia
moderna.
16.30 -
Alessandro Savorelli - Le Marche
sugli scudi. Osservazioni
di metodo sulle raccolte delle insegne comunali.
17.00 -
Mario Carassai - Il vessillo
di Nicolò Mauruzi
17.30 -
Manuela Schmöger - Titolo non
ancora comunicato.
18.00 -
Antonio Conti - "Le
civiche insegne di Fano". Progetto per
una mostra.
18.00 -
Visita al Museo Civico
Domenica 22
maggio
mattino
9.00 -
Benvenuto ufficiale al convegno e presentazione del CISV da parte del
presidente
9.15 -
Roberto Breschi - Vessillologia e araldica delle province italiane: un progetto
digitale
9.30 - Marco
Mecacci - 1910-1919: il decennio tumultuoso della bandiera portoghese
10.00 -
Vieri Favini - Segni di appartenenza: guelfismo e ghibellinismo negli stemmi antichi
delle città marchigiane
10.30 -
Sebastià Herreros - SIDBRINT Sistema Digitale delle Brigate Internazionali
11.00 -
intervallo
11.15 -
Gabriele Maestri - I vessilli sulla scheda: storia di simboli di partiti
11.45 -
Giovanni Sala - Bandiere della Resistenza italiana
12.15 -
pausa pranzo
pomeriggio
14.30 - Pier
Paolo Lugli - Lo straordinario portolano di Antonio Sasso, genovese
Comunico che è disponibile online il mio saggio "La prima evoluzione dell’arma dei Della Rovere: la generazione di Giovanni signore di Senigallia", pubblicato sul numero 3 / 2015 di "Studi Pesaresi", rivista della Società pesarese di studi storici.
Abstract Lo stemma del ramo marchigiano dei Della Rovere è piuttosto complesso. A quello originario con larovere, del quale trattammo nel n. 23 di “Pesaro città e contà”, si aggiunsero, con Giovanni signore di Senigallia, gli incrementi aragonese e montefeltresco emblematici di relazioni politiche e parentali più volte ricordate nella pubblicistica storica e storico artistica. Ripercorrere le fasi costitutive delle armi di Ferdinando I re di Napoli e di quella più classica dei Montefeltro, conti e poi duchi di Urbino, permette di apprezzare in pieno la valenza storica dell’incremento.Questa analisi offre l’occasione per verificare, con una lettura araldica, l’uso che dello stemma fece Giovanni della Rovere nei luoghi simbolicamente più rilevanti dei suoi domini: i castelli i Orciano, Mondavio, Sant’Andrea di Suasa e Mondolfo, ma soprattutto la rocca e il convento di Santa Maria delle Grazie a Senigallia. Oltre a ciò, si dà conto degli stemmi usati dalla moglie di Giovanni (Giovanna di Montefeltro) e degli altri esponenti della casata della sua generazione, in particolare Giuliano (poi papa Giulio II) e Leonardo duca di Sora.
Centro Italiano Studi Vessillologici (dal 1973 membro della Federazione Internazionale delle Associazioni vessillologiche)
Nelle giornate di sabato 21 e domenica 22 maggio 2016
si terrà a Fano (PU), presso l'antico convento di Sant'Agostino,
il XXII Convegno Nazionale del Centro Italiano Studi Vessillologici.
Come sempre le due giornate saranno dedicate in gran parte alla sessione pubblica delle relazioni sui temi della vessillologia e dell'araldica. Nel pomeriggio di domenica si svolgerà l'assemblea sociale.
Tutte le informazioni e gli aggiornamenti saranno pubblicati sul sito del CISV.
LA BANDIERA DEL XXII CONVEGNO NAZIONALE DI ANTONIO CONTI
Dal 1998 è invalsa la consuetudine di creare una bandiera per ciascuna edizione del Convegno Nazionale del CISV. Per la XXII edizione è stata adottata la bandiera che ho ideato, riconducendo l'antico gonfalone del comune di Fano ad una bandiera (2/3) e inserendo sulla partizione i colori del CISV, avendo cura di mantenere la regola del contrasto poi codificata per l'araldica.
Bassorilievo di San Paterniano, patrono di Fano, col vessillo civico (XV s.)
Bandiera di proporzioni 2/3
Simbolo del Centro Italiano Studi Vessillologici
Bandiera del XXII Convegno Nazionale CIV
L'inserimento dei colori sociali del CISV sulla partizione del vessillo
Continua la mia collaborazione con l'insegnamento di
Archeologia medievale dell'Università degli Studi di Urbino "Carlo
Bo". Così anche nel terzo volume della collana ArcheoMed è presente un mio
intervento sull'araldica.
Il terzo volume edito nella collana si intitola La fortezza
di Montefeltro. San Leo: processi di trasformazione, archeologia dell'architettura
e restauri storici. E' un corposo lavoro, prodotto dalla ricerca compiuta da Daniele
Sacco (archeologo, Università di Urbino) e da Alessandro Tosarelli (ingegnere,
Università di Bologna), che sviscera la genesi e la trasformazione di una delle
più famose fortezze d'Europa. Ricerche d'archivio e indagini sul manufatto permettono
ora un'inedita lettura diacronica della fortezza.
L'opera è corredata di numerose immagini: documenti d'archivio,
immagini storiche, rilievi e ricostruzioni.
E' indubbiamente un libro imperdibile, sia per gli studiosi
dell'architettura militare, sia per i cultori della storia del Montefeltro e non solo.
Le tracce araldiche superstiti nella fortezza sono oggetto
del mio intervento che compare tra gli strumenti di approfondimento del volume:
Reperti araldici architettonici nella fortezza di San Leo, pp. 257-266. Ho descritto i reperti proponendo, per quanto possibile,
un'interpretazione. Forse la più interessante è questa: una composizione araldica fino ad ora totalmente sconosciuta, un vero e proprio fantasma araldico, emerso dal tessuto delle mura della fortezza.
Ringrazio Daniele Sacco per avermi coinvolto ancora una volta nelle attività dell'insegnamento di Archeologia medievale dell'Ateneo Urbinate.
LA FORTEZZA DI MONTEFELTRO Processi di trasformazione, archeologia dell'architettura e restauri storici. di Daniele Sacco e Alessandro Tosarelli ArcheoMed, Monografie III - 2016, Università degli Studi di Urbino Carlo Bo - Insegnamento di Archeologia medievale, All'Insegna del Giglio, Firenze 2106 pp. 324 - ill. colori cm 21x29,7 ISSN 2465-0226SBN 978-88-7814-689-1€ 70,00
Le Marche sugli scudi.
Atlante storico degli stemmi comunali
a cura di Mario Carassai
testi di Antonio Conti, Alessandro Savorelli e Vieri Favini
disegni di Massimo Ghirardi
Andrea Livi Editore, Fermo 2015
formato 17x32 cm
246 pagine
copertina cartonata
illustrazioni a colori
€ 40,00*
(*sconto del 20% per i membri delle principali associazioni di araldica)
__________________________
Era il 2008 quando, con una telefonata di Alessandro Savorelli, venni arruolato nella compagnia che aveva cominciato la ricerca "Araldica civica delle Marche" per conto della Regione Marche. L'ideatore e il coordinatore del progetto, Mario Carassai, con la collaborazione di Massimo Ghirardi, aveva già messo insieme il primo gruppo di ricercatori: Alessandro Savorelli, Vieri Favini e Luigi Girolami.
Il grosso della ricerca venne compiuto entro quell'anno e i risultati, raccolti sotto la supervisione di Savorelli, furono presentati nel convegno Segni di Marca tenutosi ad Ancona nel febbraio 2009.
Sono passati molti anni e finalmente i risultati sono ora pubblicati, grazie all'editore fermano Andrea Livi, col contributo dell'Assessorato alla Cultura della Regione Marche, nel volume Le Marche sugli scudi. Atlante storico degli stemmi comunali, edito sul finire del 2015.
Il volume, di 243 pagine, è riccamente illustrato da una selezione di fonti storiche dell'araldica civica marchigiana e dagli stemmi realizzati da Massimo Ghirardi. L'introduzione è in realtà un vero e proprio saggio sull'araldica civica in generale e su quella marchigiana in particolare, redatto da Alessandro Savorelli e da Vieri Favini. L'atlante vero e proprio è stato composto sulla base dei territori storici e non in base alla ripartizione amministrativa provinciale, con un chiaro riferimento all'epoca del formarsi degli stemmi comunali. Talvolta la trattazione dello stemma di un comune supera la formula della "scheda" e assume i connotati di un piccolo saggio. Per ogni stemma si offrono dati bibliografici e indicazioni archivistiche. L'atlante è stato aggiornato fino ai più recenti mutamenti amministrativi, ma comprende anche gli stemmi dei comuni che lasciarono le Marche per l'Emilia-Romagna nel 2009, quando la ricerca che oggi viene pubblicata era di fatto conclusa. Chiude l'atlante una selezione di stemmi di comuni soppressi appositamente disegnati da Massimo Ghirardi sulla base delle fonti rinvenute. Il mio lavoro, nel quadro di un più ampio lavoro di squadra, ha riguardato la ricerca per i comuni facenti parte delle provincia d Pesaro e Urbino (compresi i sette secessionisti del 2009) e la redazione delle relative parti dell'atlante.
Tra coloro che devono essere ringraziati per l'apporto documentario c'è sicuramente Luigi Girolami per l'area dell'Ascolano e parte del Fermano. Altri sono ricordati nel volume.
In conclusione, si tratta di un'opera unica nel suo genere, che va decisamente oltre gli stemmari pubblicati per altre regioni. Non dovrei essere io a dirlo, ma è un volume da non perdere.
Ecco il sommario dell'opera:
Recapiti dell'editore:
Andrea Livi Editore, Largo Falconi n.4 - 63023 Fermo (FM)
Tel:0734/227527
Buongiorno, con questo blog intendo dar conto delle mie ricerche araldiche. Le ricerche condotte, le iniziative svolte, le polemiche, gli articoli pubblicati. Una buona parte di questi ultimi li potete trovare in formato pdf nel sito academia.edu.