lunedì 5 febbraio 2007

Piume e non palme.

Dopo palazzo Luminati, eccomi a trattare di un altro palazzo urbinate. Si tratta di palazzo Palma, situato in via Mazzini, quasi di fronte al primo.
In questo palazzo si trova un cortile con porticato che è certamente uno dei luoghi più suggestivi della città.
Oggi questo edificio ospita un pensionato universitario; ma prima ancora di divenire palazzo Palma era la residenza della famiglia Galli. Il passaggio ai Palma avvenne per eredità sul finire del Cinquecento, ma i Palma vi si trasferirono solo nel 1771. Nel 1703 era conosciuto come palazzo dei Galli. Scriveva infatti l’urbinate papa Clemente XI nel 1703: “…fra gli altri spicca quello dei Galli, famiglia antichissima e nobilissima quale benché estinta merita non se ne estingua la memoria…” (NEGRONI, 2005, p. 133).
Ecco come Franco Mazzini descrive l’ambiente del cortile porticato di questo palazzo: “La nobiltà del monumento si rivela però nell’ampio cortile a tre arcate per lato (sensibilmente più ampie quelle centrali), su pilastri ottagonali in laterizio, coi singolari capitelli di pietra arenaria a foglia di palma finemente intagliata” (MAZZINI, 1982, p. 367).

I pilastri di palazzo Galli (fig. 1) hanno caratteristiche analoghe a quelli di altri edifici urbinati.


Così i pilastri in pietra del narcete di San Francesco (fig. 2) (MAZZINI, 1982, p. 367), quelli in cotto e pietra nel cortile di palazzo Paltroni (NEGRONI, 2005, p. 119), così come quelli del palazzo della Cappella musicale del SS. Sacramento (fig. 3) (MAZZINI, 1982, p. 396-397) o di palazzo Peroli (già palazzo di proprietà di Guidantonio da Montefeltro, MAZZINI, 1982, p. 389), oppure del chiostro grande di del convento di S. Francesco.

In particolare le basi dei pilastri di palazzo Galli (fig. 4) sono pressoché uguali a quelle del narcete di San Francesco (fig. 5) e a quelle della sede della Cappella musicale (fig. 6), tutte col caratteristico motivo ad artiglio.



Soffermandoci sui capitelli che sono l’oggetto di queste considerazioni. Quelli dei portici laterali di palazzo Galli (fig. 7) sono simili a quelli di palazzo Paltroni (“a foglie d’acqua” NEGRONI, 2005, p. 119), a quelli del portico del cortile interno di palazzo Peroli e a quelli della sede della Cappella musicale (fig. 8). Il medesimo motivo si ritrova anche nella lesena interna superstite dell’antica chiesa di San Bartolomeo e nei pilastri del chiostro grande di San Francesco. Invece i capitelli del narcete dell’omonima chiesa sono diversi (fig. 9) (“a fogliami” MAZZINI, 1982, p. 343).


Questa veloce rassegna riguardo la presenza di questo tipo elementi architettonici nella chiesa pantheon della Città e in abitazioni di importanti famiglie della corte dei Montefeltro, ci fa pensare a una soluzione architettonica di gran moda. Essi sono usualmente ritenuti tipici dell’architettura del Trecento, ma alcuni documenti notarili evidenziano come il narcete di San Francesco fosse in costruzione nella prima metà del Quattrocento (NEGRONI, 1993, p. 36 e 37, nota 7), poco prima di quando, intorno alla metà del secolo, vennero eseguiti lavori di ampliamento e abbellimento di palazzo Galli (NEGRONI, 2005, p. 132). Il gusto appare comunque decisamente gotico, specialmente se confrontato con le novità architettoniche del Rinascimento. Il Palazzo ducale di Urbino e palazzo Passionei-Paciotti ci mostrano come il modello architettonico del cortile di palazzo Galli fosse ormai superato nella seconda metà del XV secolo.

Ciò che ha attirato la mia attenzione, e che è oggetto di questo post, è il motivo che decora i capitelli del porticato del cortile di palazzo Galli nel lato al quale si accede dall’entrata principale di via Mazzini (fig. 10).

Questi capitelli sono diversi da quelli del lato destro che, come si è detto sono a foglie d’acqua, secondo la definizione di Franco Negroni.
I capitelli ai quali mi riferisco sono descritti così: “singolari capitelli di pietra arenaria a foglia di palma finemente intagliata” (MAZZINI, 1982, p. 367), oppure “delicati capitelli in pietra a foglia di palma” (NEGRONI, 2005, p. 133) (figg. 11, 12 e 13).


Dunque il motivo della foglia di palma accomuna le descrizioni di due importanti studiosi della storia e dell’arte urbinate. Eppure, a me quelle figure scolpite nei capitelli appaiono altro. Mi sembrano piuttosto delle piume.
Credo che l’individuazione della foglia di palma possa essere derivata dalla suggestione del nome del palazzo così come attestato in epoca tarda: palazzo Palma.
Ma il palazzo, come si è visto, fu costruito dai Galli diversi due secoli prima.
Lo stemma dei Galli non vede rappresentate una o più piume, bensì la figura intera di un gallo; così come lo stemma dei Palma vede rappresentata una pianta di palma intera e non una i più foglie. Dunque non si tratta dello stemma dei Galli (fig. 14), o dello stemma dei Palma.

Ma il motivo che decora i capitelli del portico di palazzo Galli (ora Palma) è chiaramente un motivo evocativo del nome della famiglia committente dell’opera e residente nel palazzo per almeno duecento anni: i Galli.
In araldica si riscontrano casi (anche di brisure) nei quali si vede rappresentato un particolare a significare il tutto. Credo che in questo caso, artistico e araldico al tempo stesso, il motivo delle piume possa certamente richiamare i Galli.
Il palazzo passò ai Palma con l’estinzione della famiglia dei Galli. E’ quindi probabile che con l’andar del tempo i nuovi proprietari abbiano voluto fare intendere che quei fregi fossero delle foglie di palma. L’estinzione della casata dei Galli e la similitudine del disegno piuma - foglia di palma hanno contribuito a far cadere nell’oblio l’antico significato.

La rappresentazione di piume nella foggia dei capitelli di palazzo Palma richiama quella risalente alla metà del Trecento adottata dal principe di Galles Edoardo (il cosiddetto Principe nero), ed ancor oggi insegna dell’erede al trono d’Inghilterra (fig. 15).

Un richiamo evidente anche nei fregi impressi sulle mattonelle in cotto che costituiscono il soffitto di un ambiente di palazzo Palma, già Galli (fig. 16).



Bibliografia:
F. MAZZINI, I mattoni e le pietre di Urbino, Argalia Editore, Urbino, 1982.
F. NEGRONI, Il Duomo di Urbino, Accademia Raffaello, Urbino, 1993.
F. NEGRONI, Appunti su alcuni palazzi e case di Urbino, Accademia Raffaello, 2005.

Immagini:
Foto a colori di Antonio Conti
Disegno dello stemma dei Galli di Urbino di Antonio Conti, sulla base di un documento notarile del XVI secolo (cortesemente segnalatomi da mons. Franco Negroni).
Disegni relativi al Principe di Galles tratti da J. P. BROOKE-LITTLE, Royal Heraldry, Pilgrim Press Ltd., 1987, p. 6.
Foto bn della mattonella tratta da F. MAZZINI, I mattoni e le pietre di Urbino, Argalia Editore, Urbino, 1982, p. 169.

Vedi palazzo Palma nel sito del Comune di Urbino: http://www.comune.urbino.ps.it/id/413/1943.aspx

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