Ho ricevuto qualche giorno fa, da Luciano Birocco, questo volume
dedicato alla scomparsa decorazione araldica della Sala Grande del Palazzo
Ducale di Camerino. Ringrazio Luciano per questo regalo e ringrazio anche
Manuel Bernardini (anche lui di Camerino) che ha avuto lo stesso pensiero ma è
stato anticipato.
Ho conosciuto Luciano e Manuel su Facebook, ma avrei potuto
conoscerli nell’ambito dei “luoghi” nei quali esercitiamo (con diverse fortune,
più loro che mie) i nostri interessi e le nostre impegnative passioni: l’ambito
rievocativo e quello goliardico entrambi caricati di un profondo interesse per
la conoscenza storica.
Per molto tempo il mondo camerte è stato per me totalmente
sconosciuto, l’ho sfiorato nel corso delle mie ricerche solo per il breve momento
nel quale Guidobaldo Della Rovere fu duca di Camerino. Tuttavia, chattando con
Luciano su Facebook abbiamo messo a fuoco un aspetto interessante (non ancora
completamente chiarito in tutti gli aspetti) relativo alla “divisa” dei da Varano,
quantomeno con Giulio Cesare, ma verosimilmente anche con altri membri del
casato. Anche qui, come in molte altre corti signorili italiane e presso
diverse compagnie militari, abbiamo trovato l’uso del bianco, del rosso e del
verde, come consuetudine abbinati a monogrammi e imprese.
Ma torniamo al libro. Ho trovato molto interessante questo piccolo
volume, non solo perché mi ha permesso di conoscere la serie completa degli
stemmi che un tempo decoravano il più grande ambiente di rappresentanza della
residenza dei da Varano, ma perché mi ha permesso di conoscerne la vicenda
attraverso fonti documentarie e ricostruzioni virtuali con gli interventi di
Matteo Mazzalupi e di Roberta Camillucci.
Affacciatomi così su questo mondo ho scoperto che altri
studi su questo ciclo erano stati svolti - cito quello di Luigi Borgia (2005)
per essere questi uno dei principali araldisti moderni italiani - e ho scoperto
che esistono diversi manoscritti che descrivono e illustrano anche con immagini
questa serie di stemmi che era accompagnata da elogia dedicati ai singoli
signori di Camerino, da Gentile I (+ 1284) a Giovanni Maria (+ 1527) redatti dal
vescovo umanista Varino Favorino (vedasi gli interventi di Mazzalupi e di De
Rosa). In questo volume, Fiorella Piano, correda ciascuno stemma della
blasonatura e di note biografiche dei titolari che permettono al lettore di
avere una conoscenza rapida ed efficace del personaggio, più di quanto, in modo
aulico, fecero gli elogia scomparsi che sono ovviamente riprodotti nel volume
assieme agli stemmi, tutti tratti dal manoscritto Marsili Feliciangeli: Memoria et cronica de stirpe Varanea Camerte ut habetur in aula magna palatii ducalis Cammerini (autenticato nel 1609) conservato presso il Rettorato dell'Università degli Studi di Camerino
Gli stemmi dei signori di Camerino sono accompagnai da
quelli delle consorti, a loro volta sempre rappresentati nella classica
partizione matrimoniale: a destra l’arma del marito e a sinistra quella della
famiglia della moglie. Come accade spesso anche in altre casate, per quanto
possa sembrare incredibile, non sempre si conoscono le mogli di tutti i signori
e in questo caso lo stemma partito viene egualmente rappresentato, ma con una
lacuna nella partizione di sinistra. A parte la moglie di Gentile I, queste
lacune si protraggono fino alla metà del Trecento.
Il pregio di ogni studio storico (e araldico) è anche quello
di essere punto di partenza e spunto per ulteriori indagini. Va detto che questo
volume facilita la cosa essendo dotato di un ricchissimo apparato di note.
La prima domanda, a cui verosimilmente è già stata data risposta è: davvero non
esiste più nulla di questa decorazione? Nel volume si legge che in tempi remoti
gli stemmi venne coperti di bianco… Il grande salone ha subito molte
trasformazioni, fino ad essere suddiviso in molti ambienti nel XVIII secolo…
chissà?
Un altro aspetto che solletica l’interesse dell’araldista sono
i cimieri che corredavano e differenziavano gli stemmi altrimenti
standardizzati nel vaiato varanesco.
Al capostipite Gentile I è attribuito il cimiero con la testa
di cane marino che comparirà spesso tra i discendenti, ma non sempre. A partire
da suo figlio Bernardi I pare documentato l’uso di un rosso sole raggiante, per
tre consecutive generazioni; più oltre, quasi continuativamente, per quattro
generazioni è attestato il cimiero della testa di liocorno; qua e là compare
comunque il cimiero della testa di cane parino, talvolta armeggiato vaiato.
Appaiono poi interessanti i personali cimieri di due fratelli: Giovanni
Spaccaferro (due braccia che spezzano un ferro di cavallo) e Venanzio Falcifer
(due lame di falce). Ad attestare l’avvenuta elevazione al rango ducale, lo
stemma di Giovani Maria (che commissionò il ciclo) è timbrato da una corona che
ormai non è più l’antico cerchio gemmato dei duchi papali del secolo precedente
(Este, Montefeltro, Della Rovere), ma ben più ricca come ormai imponeva la moda
dell’epoca.
Nel volume è poi pubblicato anche lo stemma dell’ultimo duca
di Camerino: Guidobaldo Della Rovere e quello di sua moglie Giulia da Varano
figlia unica figlia di Giovanni Maria. Ovviamente questi stemmi non furono mai
dipinti nel salone camerte.
Infine, ma non per ultimo, la curiosità dell’araldista si
rivolge anche verso la reale rappresentazione di quegli stemmi. Fino a quanto
sono fedeli gli stemmi ricopiati nei diversi manoscritti superstiti? Dalla
lettura degli interventi pubblicati in questo volume, pare esistano differenze
di stile. Forse anche alcune incongruenze araldiche (per esempio nelle armi
malatestiane) potrebbero non essere state presenti negli stemmi originali…
chissà?
F. PAINO (a cura), La sala del palazzo de questi Varani…
Storia e decorazione della Sala Grande del Palazzo Ducale di Camerino, Università
di Camerino, Camerino 2020.
(Formato 17x24, rilegato filo refe, 112 pagine, illustrato a colori)
Indice
F. PAINO, Introduzione.
C. PETTINARI, Prefazione, La nostra casa.
L. BIROCCO, Tutto cominciò… sul finire del mese di maggio
dell’anno 1987.
M. MAZZALUPI, ‘Pare fusse un prodigio della loro estintione’.
Verso una ricostruzione del fregio della Sala Grande del Palazzo da Varano.
R. CAMILLUCCI, Per un’ipotesi ricostruttiva della Sala
Grande del Palazzo da Varano.
F. PAINO, ‘Un giro de quadri, ciascun quadro con l’arme de
Varani’. La decorazione araldica della Sala Grande.
G. DE ROSA, Varino Favorino, un umanista alla corte
dei da Varano.
F. PAINO, Conclusione. La sala degli Stemmi dell’Università di
Camerino, Palazzo Ducale.