sabato 25 luglio 2020

Gli stemmi dell'antica Sala Grande del Palazzo Ducale di Camerino


Ho ricevuto qualche giorno fa, da Luciano Birocco, questo volume dedicato alla scomparsa decorazione araldica della Sala Grande del Palazzo Ducale di Camerino. Ringrazio Luciano per questo regalo e ringrazio anche Manuel Bernardini (anche lui di Camerino) che ha avuto lo stesso pensiero ma è stato anticipato.

Ho conosciuto Luciano e Manuel su Facebook, ma avrei potuto conoscerli nell’ambito dei “luoghi” nei quali esercitiamo (con diverse fortune, più loro che mie) i nostri interessi e le nostre impegnative passioni: l’ambito rievocativo e quello goliardico entrambi caricati di un profondo interesse per la conoscenza storica.

Per molto tempo il mondo camerte è stato per me totalmente sconosciuto, l’ho sfiorato nel corso delle mie ricerche solo per il breve momento nel quale Guidobaldo Della Rovere fu duca di Camerino. Tuttavia, chattando con Luciano su Facebook abbiamo messo a fuoco un aspetto interessante (non ancora completamente chiarito in tutti gli aspetti) relativo alla “divisa” dei da Varano, quantomeno con Giulio Cesare, ma verosimilmente anche con altri membri del casato. Anche qui, come in molte altre corti signorili italiane e presso diverse compagnie militari, abbiamo trovato l’uso del bianco, del rosso e del verde, come consuetudine abbinati a monogrammi e imprese.

Ma torniamo al libro. Ho trovato molto interessante questo piccolo volume, non solo perché mi ha permesso di conoscere la serie completa degli stemmi che un tempo decoravano il più grande ambiente di rappresentanza della residenza dei da Varano, ma perché mi ha permesso di conoscerne la vicenda attraverso fonti documentarie e ricostruzioni virtuali con gli interventi di Matteo Mazzalupi e di Roberta Camillucci.
Affacciatomi così su questo mondo ho scoperto che altri studi su questo ciclo erano stati svolti - cito quello di Luigi Borgia (2005) per essere questi uno dei principali araldisti moderni italiani - e ho scoperto che esistono diversi manoscritti che descrivono e illustrano anche con immagini questa serie di stemmi che era accompagnata da elogia dedicati ai singoli signori di Camerino, da Gentile I (+ 1284) a Giovanni Maria (+ 1527) redatti dal vescovo umanista Varino Favorino (vedasi gli interventi di Mazzalupi e di De Rosa). In questo volume, Fiorella Piano, correda ciascuno stemma della blasonatura e di note biografiche dei titolari che permettono al lettore di avere una conoscenza rapida ed efficace del personaggio, più di quanto, in modo aulico, fecero gli elogia scomparsi che sono ovviamente riprodotti nel volume assieme agli stemmi, tutti tratti dal manoscritto Marsili Feliciangeli: Memoria et cronica de stirpe Varanea Camerte ut habetur in aula magna palatii ducalis Cammerini (autenticato nel 1609) conservato presso il Rettorato dell'Università degli Studi di Camerino

Gli stemmi dei signori di Camerino sono accompagnai da quelli delle consorti, a loro volta sempre rappresentati nella classica partizione matrimoniale: a destra l’arma del marito e a sinistra quella della famiglia della moglie. Come accade spesso anche in altre casate, per quanto possa sembrare incredibile, non sempre si conoscono le mogli di tutti i signori e in questo caso lo stemma partito viene egualmente rappresentato, ma con una lacuna nella partizione di sinistra. A parte la moglie di Gentile I, queste lacune si protraggono fino alla metà del Trecento.

Il pregio di ogni studio storico (e araldico) è anche quello di essere punto di partenza e spunto per ulteriori indagini. Va detto che questo volume facilita la cosa essendo dotato di un ricchissimo apparato di note.

La prima domanda, a cui verosimilmente è già stata data risposta è: davvero non esiste più nulla di questa decorazione? Nel volume si legge che in tempi remoti gli stemmi venne coperti di bianco… Il grande salone ha subito molte trasformazioni, fino ad essere suddiviso in molti ambienti nel XVIII secolo… chissà?

Un altro aspetto che solletica l’interesse dell’araldista sono i cimieri che corredavano e differenziavano gli stemmi altrimenti standardizzati nel vaiato varanesco.
Al capostipite Gentile I è attribuito il cimiero con la testa di cane marino che comparirà spesso tra i discendenti, ma non sempre. A partire da suo figlio Bernardi I pare documentato l’uso di un rosso sole raggiante, per tre consecutive generazioni; più oltre, quasi continuativamente, per quattro generazioni è attestato il cimiero della testa di liocorno; qua e là compare comunque il cimiero della testa di cane parino, talvolta armeggiato vaiato. Appaiono poi interessanti i personali cimieri di due fratelli: Giovanni Spaccaferro (due braccia che spezzano un ferro di cavallo) e Venanzio Falcifer (due lame di falce). Ad attestare l’avvenuta elevazione al rango ducale, lo stemma di Giovani Maria (che commissionò il ciclo) è timbrato da una corona che ormai non è più l’antico cerchio gemmato dei duchi papali del secolo precedente (Este, Montefeltro, Della Rovere), ma ben più ricca come ormai imponeva la moda dell’epoca.
Nel volume è poi pubblicato anche lo stemma dell’ultimo duca di Camerino: Guidobaldo Della Rovere e quello di sua moglie Giulia da Varano figlia unica figlia di Giovanni Maria. Ovviamente questi stemmi non furono mai dipinti nel salone camerte.

Infine, ma non per ultimo, la curiosità dell’araldista si rivolge anche verso la reale rappresentazione di quegli stemmi. Fino a quanto sono fedeli gli stemmi ricopiati nei diversi manoscritti superstiti? Dalla lettura degli interventi pubblicati in questo volume, pare esistano differenze di stile. Forse anche alcune incongruenze araldiche (per esempio nelle armi malatestiane) potrebbero non essere state presenti negli stemmi originali… chissà?


F. PAINO (a cura), La sala del palazzo de questi Varani… Storia e decorazione della Sala Grande del Palazzo Ducale di Camerino, Università di Camerino, Camerino 2020.
(Formato 17x24, rilegato filo refe, 112 pagine, illustrato a colori)

Indice

F. PAINO, Introduzione.

C. PETTINARI, Prefazione, La nostra casa.

L. BIROCCO, Tutto cominciò… sul finire del mese di maggio dell’anno 1987.

M. MAZZALUPI, ‘Pare fusse un prodigio della loro estintione’. Verso una ricostruzione del fregio della Sala Grande del Palazzo da Varano.

R. CAMILLUCCI, Per un’ipotesi ricostruttiva della Sala Grande del Palazzo da Varano.

F. PAINO, ‘Un giro de quadri, ciascun quadro con l’arme de Varani’. La decorazione araldica della Sala Grande.

G. DE ROSA, Varino Favorino, un umanista alla corte dei da Varano.

F. PAINO, Conclusione. La sala degli Stemmi dell’Università di Camerino, Palazzo Ducale.