giovedì 20 giugno 2019

Pandolfo III Malatesti: domini, uomini d'arme e insegne


Devo dare conto, con quasi un anno di ritardo, di alcune mie iniziative dell'estate 2018.
La prima si è svolta presso la Biblioteca Federiciana dal 20 agosto al 2 settembre, in occasione della quinta edizione del Palio delle Contrade


Esposizione di Codici malatestiani
a cura di
Sara Cambrini
(archivista Sezione di Archivio di Stato di Fano)
e
Antonio Conti
(araldista)


 

 
 
 
 
 
 



Dal dépliant:
 
I Codici malatestiani

I Codici Malatestiani sono 113 volumi (e una busta miscellanea) che fanno parte dell’Antico Archivio Comunale di Fano e conservano memoria della dominazione dei Malatesti su Fano e su altre terre. Sono datati dal 1367 e al 1463 e coprono gli anni della signoria malatestiana su Fano iniziata nel 1355 con la prima concessione del vicariato apostolico in temporalibus a Galeotto I, fino alla cacciata di Sigismondo Pandolfo ad opera dell’esercito papale comandato da Federico da Montefeltro nel 1463.

La denominazione di Codici Malatestiani risale a fine ‘800 e fu data da mons. Aurelio Zonghi che per primo ordinò la parte antica dell’Archivio del Comune di Fano e descrisse questi volumi (Repertorio dell’antico archivio comunale di Fano, Fano 1888). I Codici costituiscono la I serie della I sezione dell’Antico Archivio comunale di Fano, oggi conservato presso la Sezione di Archivio di Stato di Fano.

Zonghi ordinò i codici per dominazioni: Galeotto I (1355-1385), nn. 1 e 2; Pandolfo III (1385- 1427), nn. 3-72; Carlo (fratello di Pandolfo) e Sigismondo Pandolfo, Galeotto Roberto etc., nn. 73-78; Sigismondo Pandolfo (1429-1463), nn. 79-112. I codici del periodo di Pandolfo III si distinguono in: relativi al dominio su Fano, codici 3-39; relativi al dominio su Brescia (1404- 1421), Bergamo (1407-1419) e Lecco (1498-1418), nn. 40-68.

 Si tratta di volumi di vario formato, in parte membranacei e per la maggior parte cartacei, che spesso conservano ancora le coperte originali in pergamena (come il codice 8 qui in mostra), scritti in latino e spesso in volgare. Dal punto di vista della tipologia documentaria, si tratta principalmente di libri di conti: registrazioni di entrate e spese, partitari di dare e avere, libri mastri e libri giornali, che documentano le entrate e le uscite della corte dei Malatesti, e in senso più lato il suo funzionamento. A questi si aggiungono alcune raccolte di bandi e decreti, lettere, suppliche etc.

 I Codici Malatestiani sono documenti di estrema utilità per lo studio della storia politica, sociale ed economica della famiglia e della città di Fano: da essi si possono evincere notizie su molteplici aspetti della vita di corte, ma anche del comune: condotte militari, tasse e collette, usi alimentari, abbigliamento etc. Dal punto di vista archivistico sono una rarità: si tratta di una delle poche testimonianze, seppure parziali, di un archivio signorile, che documenta l’interesse pratico per la buona tenuta dei conti, ma anche indirettamente la consuetudine con la scrittura.

Anche prima dell’opera meritoria dello Zonghi, la storiografia fanese aveva attinto a questa preziosa fonte, mentre da ormai diversi anni importanti ricerche e pubblicazioni sono venute soprattutto da Anna Falcioni, docente dell’Università di Urbino. Ora, non si può che salutare il prossimo avvio del lavori del Centro Internazionale di Studi Malatestiani, costituito a Fano, che ha tra le principali finalità lo studio e l’edizione dei Codici Malatestiani a vantaggio dell’intera comunità, non solo scientifica.

L’esposizione in occasione della 5a edizione del Palio delle Contrade

La presente esposizione è proposta dalla Biblioteca Federiciana come evento collaterale al Palio delle Contrade, manifestazione ormai giunta alla quinta edizione, organizzata dal Gruppo Storico La Pandolfaccia, che unisce momenti rievocativi, di spettacolo e culturali relativi alla vicenda storica del dominio di Pandolfo III Malatesti sulla città di Fano (1385-1427).

I codici esposti sono una piccola selezione di un prezioso patrimonio documentario che è fonte storica anche per l’organizzazione del Palio con la preziosa consulenza storica di Anna Falcioni; per quanto essi siano di pubblica consultazione, sono poco noti al pubblico. I ricercatori storici li hanno consultati per il loro studi, gli appassionati di storia li conoscono attraverso gli studi pubblicati, i più curiosi li avranno già visti in occasione di altre esposizioni; in questa occasione si è voluto dare un’altra opportunità di conoscenza a quanti si avvicineranno al mondo dei Malatesti grazie al Palio: i fanesi, ma anche i turisti che si trovano in città sul finire della stagione balneare.

Con questa esposizione si sono voluti mostrare i codici come oggetti materiali, permettendo all’osservatore di apprezzarne le caratteristiche (i materiali, le molteplici dimensioni, le caratteristiche scritture, l’uso del latino e del volgare, le antiche coperte in pergamena); ma soprattutto di cogliere, con alcuni esempi selezionati, quale tipo di informazioni possono comunicare questi antichi documenti. per questo i codici sono corredati di didascalie, ma anche di trascrizioni, regesti, immagini, cartine e brevi approfondimenti.


Il Palio è una competizione quasi guerresca nella comunità cittadina e la Pandolfaccia nasce come rievocazione di una compagnia militare malatestiana; si è pertanto scelto un particolare percorso espositivo tra i tanti possibili offerti dai Codici Malatestiani. Partendo dall’individuazione dei luoghi dominati da Pandolfo III (ciascuno indicato col principale magistrato), ci si sofferma sul caso di Corinaldo e la nomina del suo Capitano; molti luoghi erano muniti di fortezze presidiate da guarnigioni, regolarmente sottoposte a riviste dette mostre, come accadeva per le porte delle città, in questo caso sono state prese ad esempio fanese di porta San Marco e porta Galea. Oltre al controllo del territorio, l’aspetto militare riguardava anche la principale occupazione di Pandolfo III (quella di condottiero), qui ricordata con la nota dei pagamenti ai soldati reclutati per una campagna militare tra il 1397 e il 1398; vi si rintracciano personalità significative come Galeotto Brancaleoni ma anche Angelo della Pergola. In fine le armi del signore, offensive come spade e daghe, o difensive come elmi e corazze, sontuosamente guarnite dagli orefici, ma anche adornate di segni distintivi (come pennacchi sull’elmo), che corrispondevano al colori militari della casata: la cosiddetta "divisa" che anche con Pandolfo III (come per altre personalità e casate) sembrerebbe essere stata verde, rossa e bianca, come risulterà in modo inequivocabile col figlio Sigismondo Pandolfo.



Bibliografia di riferimento

P.M. AMIANI, Memorie istoriche della città di Fano, Fano 1751.

M. CIAMBOTTI, A. FALCIONI, Liber viridis rationum curie domini. Un registro contabile della cancelleria di Pandolfo III Malatesti, Urbino 2007.

M. CIAMBOTTI, A. Falcioni, Il sistema amministrativo e contabile nella signoria di Pandolfo III Malatesti (1385-1427), Milano 2013.

A. FALCIONI, A. DE BERNARDINIS (a cura), L’età di Pandolfo III Malatesti. Mostra storico - documentaria, Pesaro 2011.

A. FALCIONI, Il costume e la moda nella corte di Pandolfo III Malatesti, Fano 2009.

Il Codice n. 12 dell’Archivio Malatestiano di Fano, in "Studia Picena", 1926.

E. IRACE (a cura), Gli Arcipreti della Penna: una famiglia nella storia di Perugia, Perugia 2014.

F. MILESI (a cura), Fano Medievale, Fano 1997.

A. POLVERARI, Mondavio dalle origini alla fine del Ducato di Urbino (1631), Ostra Vetere 1984.

M. PREDONZANI, Anghiari, 29 giugno 1440. La battaglia, l’iconografia, le compagnie di ventura, l’araldica, Rimini 2010.

M. PREDONZANI, L’araldica militare di Pandolfo III Malatesta, signore di Brescia e Bergamo, in "Soldatini", n 105, marzo-aprile 2014; online nel sito www.stemmieimprese.it.

V. VILLANI, Signorie e comuni nel Medioevo marchigiano: I conti di Buscaredo, Ancona 1992.

A. ZONGHI, Repertorio dell’Antico Archivio Comunale di Fano compilato da mons. Aurelio Zonghi prelato domestico di sua santità Leone XIII, Fano 1888.

Il sito www. condottieridiventura.it

 

Si ringraziano

Massimo Predonzani per il disegno di Pandolfo III  (www.stemmieimprese.it)

Andrea Carloni per le foto dell’Oratorio di San Giovanni di Urbino  (https://www.flickr.com/photos/andrea_carloni/)

 

 

 
Pannello introduttivo-colophon

 
Pannello della I Sezione
 
Pannello della II Sezione
 
Pannello della III Sezione