Quest’oggi ho ricevuto l’ex libris realizzato per me dall’araldista
danese Ronny Andersen. Mi piaceva l’idea di avere un lavoro di questo giovane
ma affermato araldista e gli ho chiesto qualche mese fa di realizzare
concretamente l’idea di ex libris che avevo in mente. Il lavoro è davvero
bello.
La quercia è, in altra forma e con altro nome come noto, la
figura dell’arma dei Della Rovere che dal 1474 al 1631 furono signori della
città dove, un po’ casualmente, nacqui in un tempo sempre più lontano. Va detto
che questo fatto è in realtà una coincidenza, mi piaceva la quercia con le sue
foglie particolari e questo basta. L’albero è sradicato, non per un omaggio
alla casato or ora citata, ma perché chi scrive è sostanzialmente tale o tale
si sente.Lo stemma ai piedi della quercia è l’arma di Monte Falcone, castello di cui Acqualagna fu borgo. Gli smalti sono ignoti, potrebbero essere stati quelli usati oggi dal Comune acqualagnese (d’azzurro al falco al naturale poggiato su un monte di tre cime di verde), ma anche quelli della più importante famiglia del Luogo che nel XV secolo aveva stemma uguale, ma smalti diversi. Lo stemma è lì collocato perché da lì proviene la mia famiglia paterna, quella di cui porto il cognome.
Lo stemma crociato è quello di un’altra località: Ivrea, la città di Ivrea, che alza per arma una croce rossa in campo bianco, semplice e bello, comune, come noto a moltissimi comuni dell’Italia centrale e settentrionale, ognuna fiera e orgogliosa di uno stemma certamente molto antico. Sta su un ramo mozzato, del resto tale è il mio rapporto con quell’amabile città dopo che sono stato trascinato via dagli eventi della vita nella spensierata adolescenza… resta un piccolo getto… i fratelli del SOAS sanno cos’è…
Sull’altro ramo lo stemma dei Montefeltro, ovvero, con una scontata modifica piuttosto comune, anche l’arma di Urbino: bandato d’azzurro e d’oro, la seconda caricata di un’aquila di nero. Gli anni belli dell’Università, le prime ricerche araldiche sono nate lì, e lì è nata mia figlia e ciò giustifica i giovani getti che seguono l’arma appesa.
Più su lo stemma che mi sono dato ventitré anni fa in ambito universitario (goliardico per la precisione), come ho ampiamente detto nella mia presentazione in questo blog. I colori sono quelli di Ravenna, la mia città di residenza a quei tempi… d’altra parte i fuori sede sono spesso appellati con una sorta di toponimico. Le figure sono quelle di un cliché trovato Portobello di Londra e che si attagliava molto bene al nome goliardico ricevuto nel Maximus Ordo Torricinorum.
Quanto al motto LIBERTA' VO CERCANDO, è ripreso da un passo del primo canto del Purgatorio della Commedia di Dante. Meglio è preso dalla testata di una rivista dell’Unione Goliardica per la Libertà edita nel 1925. Anche di ciò ho detto nella presentazione in questo blog.
Ecco, dunque, in sostanza, la spiegazione araldo-topo-psicanalitica
di questo ex libris per la cui realizzazione ringrazio, anche in questa sede, l’ottimo
Ronny Andersen.
Qui il sito di Ronny Andersen
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