mercoledì 28 marzo 2012

Disavventure araldiche dei Montefeltro su internet

I meriti della rete telematica internet sono enormi, buona parte del pianeta probabilmente non ne saprebbe più fare a meno. Va ricordato che al contempo a tanta parte della popolazione mondiale ne è precluso l’accesso per estrema indigenza oppure è fortemente limitato da regimi politici dispotici. Infatti, nonostante tentativi più o meno palesi di imbrigliare internet, la principale risorsa della rete è la libertà con tutti i pro e con tutti i contro.
Anche l’araldica ha trovato ovviamente spazio sul web. Siti, blog e anche gruppi Facebook sono dedicati alla materia.
Tra i più famosi c’è sicuramente heraldique-europeenne.org curato da Arnaud Bunel, che ha raccolto ridisegnando con stile uniforme e decisamente computerizzato una moltitudine di stemmi araldici europei.
E’ quasi ovvio che dedicandosi ai grandi numeri con modalità semi-artigiane il curatore sia potuto incorrere in errori, ed è quanto accaduto nella pagina dedicata ai Montefeltro, realizzata con la collaborazione di Angelo Bellettini: si veda heraldique-europeenne.org
Purtroppo non uno degli stemmi attribuiti ai Montefeltro è corretto.

Stemma attribuito alla casata

E’ una summa di imprecisioni, difficile sapere da quale cominciare. Intanto lo stemma che potremmo dire originario: è bandato d’oro e d’azzurro, mentre dovrebbe essere bandato d’azzurro e d’oro.
Questo stemma bandato è stato incrementato con un capo d’oro all’aquila bicipite di nero, coronata del campo. Ebbene, nonostante alcune testimonianze tardive, i Montefeltro non usarono mai un’arma simile, mai un capo, né tantomeno un’aquila bicipite. Mai.

E’ vero che esistono testimonianze tarde che descrivono o mostrano un arma bandata con un capo imperiale, ma si tratta di ricostruzioni o interpretazioni errate. Cadde nell’errore il celebre Pietrasanta nel suo lavoro Tesserae gentilitiae stampato in Roma nel 1638, ma anche l’autore di una celebre veduta urbinate (disegno acquerellato datato agli anni 1780-84). In questo secondo caso l’arma è attribuita a Urbino (col medesimo errore) e mostra sbarre in luogo di bande.




Si tratta in sostanza dell’errata riduzione dell’arma ducale roveresca operata con la semplice eliminazione dei quarti di sinistra e del palo della Chiesa.



L’arma che Bunel avrebbe dovuto inserire è quella bandata d’azzurro e d’oro, con la seconda banda caricata di un'aquila di nero a volo abbassato.


A Oddantonio da Montefeltro (+1444) è attribuito lo stemma precedente, munito di corona di stampo ducale e di manto rosso foderato d’ermellino.

Oddantonio fece uso di più modelli di stemmi, taluni davvero singolari, come quello alle tre aquile poste 2 e 1, ma mai usò uno stemma quale quello proposto da Bunel. Anzi, per quel che abbiamo rilevato nel corso delle nostre indagini, Oddantonio fu il primo a usare uno stemma inquartato.

A Federico (+ 1482) e a suo figlio Guidobaldo (+1508) è attribuito il medesimo stemma ed è questa l’unica cosa esatta. Tuttavia lo stemma proposto persevera negli errori precedenti ed è gravato da un altro ancora.

Ripeto: l’aquila in campo d’oro deve essere monocipite e a volo abbassato. Alzerà il volo solo per una corruzione del disegno nel XVII secolo, seguendo l’andazzo generale dello stile araldico di quegli anni.

I quarti bandati hanno gli smalti invertiti e manca l’aquila sulla seconda banda.
Il palo della Chiesa è errato anch’esso: i Montefeltro non usarono l’ombrellino, ma sempre e solo la tiara a sormontare le chiavi decussate.
Vale il discorso fatto sopra anche per il manto e la corona, con l’avvertenza che i Montefeltro usarono indicare il rango ducale acquisito definitivamente nel 1474 con una corona costituita da un cerchio d’oro gemmato. Niente fioroni e punte che compariranno solo in epoca roveresca.


E' corretto l’uso della giarrettiera per entrambi i duchi con l’avvertenza che tale decorazione cavalleresca poté essere usata da Federico solo dal 1474 e da suo figlio solo dal 1502.

Dopo aver segnalato al curatore del sito le incongruenze che ho evidenziato e dopo essermi dichiarato disponibile a collaborare per la correzione, non avendo ottenuto risposta, ho deciso di segnalare gli errori con questo post nel mio modesto blog.

Spero che qualcuno, competente a intervenire su Wikipedia, possa mettere mano alla cosa rimediando a questa tragica debacle araldica.

Il virus dell’arma errata (ma disegnata in modo evidentemente ritenuto accattivante, nonostante lo scudo sannitico) ha infettato gran parte dei siti che si occupano dei Montefeltro e non solo.
La fede (eccessiva) in Wikipedia quale fonte adeguata ha indotto evidentemente in errore anche chi opera al di fuori del web, come il disegnatore della copertina dell’illustre rivista “Studi Montefeltrani” n. 32.

E’ davvero uno sgarbo che i povero Montefeltro non meritano.