Eccomi finalmente ad annunciare, anche sul
blog, l’avvenuta pubblicazione dei risultati della mia ultima ricerca nel libro
“Il segno del falco.
Gli Accomanducci di Monte Falcone e un’ipotesi per gli affreschi di San
Giovanni di Urbino”.
Il segno
del falco. Gli Accomanducci di Monte Falcone e un’ipotesi per gli affreschi di
San Giovanni di Urbino
Youcanprint
Self-Publishing, Tricase (LE) 2016ISBN 97-88-93329-72-9
Formato 17 x 24 cm
Pagine 92, con illustrazioni a colori
“Talvolta citati nella storiografia dei più
noti Montefeltro, gli Accomanducci ottengono per la prima volta la
ricostruzione di un profilo storico che evidenzia il rilievo raggiunto nei
decenni a cavallo dei secoli XIV e XV. Originari del castello di Monte Falcone,
nei pressi di Acqualagna, divennero parte del più ristretto entourage dei conti di Urbino,
raggiungendo il rango comitale sul castello di Petroia nel territorio di
Gubbio.
Dalla ricerca araldica qui ricostruita e
dalla delineazione del profilo storico, è scaturita la felice intuizione
dell’autore, che ipotizza il collegamento degli Accomanducci con una delle più
importanti opere pittoriche del Gotico internazionale: gli affreschi
dell’Oratorio di San Giovanni Battista di Urbino realizzati da Lorenzo e Jacopo
Salimbeni intorno al 1416. L’ipotesi proposta, basata su fatti documentati
messi in relazione con l’evidenza della rappresentazione pittorica, permette di
illuminare almeno in parte il lato oscuro dell’opera: la committenza”.
(Territorio del castello di Monte Falcone)
(Abbazia di San Vincenzo al Furlo - Acqualagna)
(Urbino, l'odierna piazza Rinascimento e i luoghi degli Accomanducci)
Il
volume si apre con la presentazione di Agnese Vastano che, come storica
dell’arte della Soprintendenza di Urbino, ha diretto i recenti restauri del
ciclo pittorico dei Salimbeni nell’oratorio di San Giovanni a Urbino.
La prima
parte, che corrisponde grossomodo a metà del volume, si sviluppa tracciando un
profilo storico, del tutto inedito e sorprendente, di una famiglia rimasta fino
ad ora nell’ombra, offrendo anche una prospettiva nuova per guardare alla
vicenda della città di Urbino fra Tre e Quattrocento. Nella seconda parte si dà concretamente conto di quale complessità potesse avere l’ampia relazione parentale degli Accomanducci: di quali scelte furono probabilmente chiamati a compiere e a quali rischi furono verosimilmente esposti, tra guerre, intrighi e tradimenti nei quali furono coinvolti i loro più stretti parenti.
La terza parte è in realtà il nucleo dell’indagine dal quale sono partito: una ricerca araldica che vede legati lo stemma del castello Monte Falcone, quello del comune di Acqualagna e quello della famiglia Accomanducci. Un legame fino a ora sconosciuto che però ha corrispondenze altrettanto interessanti in altre realtà nel comitato della città di Urbino.
La quarta parte ha ovviamente conquistato la copertina del volume, poiché riguarda i meravigliosi dipinti dei fratelli Salimbeni nell’oratorio urbinate di San Giovanni Battista. In quest’ultima parte illustro e documento gli indizi che mi hanno portato a formulare l’ipotesi di un diretto coinvolgimento degli Accomanducci nella committenza del ciclo pittorico. L’intuizione muove dalla presenza del falco (del segno del falco) nella scena del battesimo di Cristo.
Le vite di San Giovanni e la Crocifissione, dipinte dai Salimbeni, sono ricche di riferimenti emblematici e simbolici, di segni convenzionali perfettamente leggibili agli occhi dell’osservatore di seicento anni fa (l’opera è datata 18 luglio 1416); oggi, invece, sono difficilmente decifrabili. Su alcuni di essi mi sono soffermato, altri li ho solo indicati quali spunti per ulteriori indagini.
(Castello di Petroia - Gubbio)
(Stemma degli Accomanducci al castello di Petroia)
(Stemma degli Accomanducci, Archivio di Stato di Firenze)
- La
ricerca
Per la
ricerca ho consultato documenti presso gli Archivi di Stato di Firenze, di Pesaro,
di Siena; presso le Sezioni di Archivio di Stato di Fano, Gubbio e Urbino;
presso l’Archivio di Stato della Repubblica di San Marino; presso l’Archivio
Storico del Comunale di Acqualagna “Egidio Conti”. Ho poi consultato documenti
presso la Biblioteca Gambalunga di Rimini, la Biblioteca Oliveriana di Pesaro,
la Biblioteca dell’Area Umanistica dell’Università di Urbino. Insomma, un vasto
itinerario. Inoltre internet mi ha permesso di consultare comodamente a casa documenti
della Biblioteca Augusta di Perugia.
La
bibliografia consta di oltre centoquaranta titoli, oltre ai manoscritti e alle pubblicazioni
online.La lunga lista della mia riconoscenza è pubblicata nel libro, qui rinnovo i ringraziamenti a tutti ricordando Sara Cambrini, Fabrizio Cece, Francesca De Vita e Agnese Vastano.
Il libro
è dedicato a Mons. Franco Negroni, che poco prima di morire volle fornirmi al
volo alcune informazioni sugli Accomanducci, ma alle cui preziose ricerche non
ho purtroppo avuto possibilità di accedere dopo la sua morte. È dedicato anche
al mio bisnonno, Egidio Conti, che per primo pubblicò notizie sul castello di
Monte Falcone sul finire dell’Ottocento, nei “Cenni storici” dove io per la
prima volta ebbi occasione di leggere il nome di un Accomanducci.
(Oratorio di San Giovanni Battista - Urbino - Affreschi dei fratelli Salimbeni)
(Affreschi dei fratelli Salimbeni, particolare del Battesimo di Cristo)
- L’indice
del volume
1 PER UN PROFILO STORICO
1.1 Come un’introduzione: le fugaci
apparizioni storiografiche1.2 Le origini: il patronimico
1.3 Le origini: il castello di Monte Falcone
1.4 Le prime notizie
1.5 Alla corte di Urbino
1.6 La famiglia e i parentadi
1.7 Castelli, palazzi e terreni
1.8 Chiese, cappelle e aspetti della religiosità
2 PARENTELE COMPROMETTENTI
2.1 Il tradimento dei Gabrielli2.2 La cessione di Casteldelci
2.3 La congiura di carnevale
3 LO STEMMA
3.1 A caccia del falco3.2 Relazione tra l’arme di famiglia e quella del castello
4 ALL’ORATORIO DI SAN GIOVANNI
4.1 Gli affreschi dei Salimbeni e il problema
della committenza4.2 Guidantonio da Montefeltro e la calza divisata di Erode Antipa
4.3 Il giovane col falco
5 CONCLUSIONI
BIBLIOGRAFIA
- Nota
sull’edizione in self-publishing
In
questi ultimi anni ho pubblicato interventi, sull’araldica, un po’ ovunque, su riviste
specializzate, quotidiani, periodici, collane di studi e libri, grazie alla
fiducia accordatami da chi mi ha ospitato e riscuotendo una certa attenzione di
pubblico.
Questa
volta, la tipologia del prodotto della mia ricerca mi ha indotto a tentare la
strada del self-publishing.
Il libro
ha il suo bravo e indispensabile codice Isbn, è reperibile presso l’editore,
presso i principali store online (come Amazon, IBS, Feltrinelli, Mondadori), è
ordinabile nelle librerie. Un domani finirà in qualche biblioteca e sarà
rintracciabile con l’Opac da chi farà ricerche sul tema. Insomma, mi
interessava condividere l’esito della mia ricerca e in questa occasione il
self-publishing è sembrata la strada giusta.
Ho
ottenuto dall’editore il più basso prezzo possibile per un volume stampato on demand.
Anche le più rosee previsioni di vendita non ripagheranno le spese sostenute
per la ricerca e il tempo dedicato; tuttavia, la stampa on demand permette di
abbattere enormemente i costi di stampa complessivi, quelli di magazzino e
quelli di una promozione solitamente assente e di una distribuzione per lo più
inefficace, costi caricati sulle spalle dei poveri autori.Il tempo dirà se ho fatto la scelta giusta.
Per una visita ai luoghi degli Accomanducci: