Per leggere o scaricare il file in pdf cliccare qui: "Studi pesaresi" 3 / 2015
Abstract
Lo stemma del ramo marchigiano dei Della Rovere è piuttosto complesso. A quello originario con la rovere, del quale trattammo nel n. 23 di “Pesaro città e contà”, si aggiunsero, con Giovanni signore di Senigallia, gli incrementi aragonese e montefeltresco emblematici di relazioni politiche e parentali più volte ricordate nella pubblicistica storica e storico artistica. Ripercorrere le fasi costitutive delle armi di Ferdinando I re di Napoli e di quella più classica dei Montefeltro, conti e poi duchi di Urbino, permette di apprezzare in pieno la valenza storica dell’incremento. Questa analisi offre l’occasione per verificare, con una lettura araldica, l’uso che dello stemma fece Giovanni della Rovere nei luoghi simbolicamente più rilevanti dei suoi domini: i castelli i Orciano, Mondavio, Sant’Andrea di Suasa e Mondolfo, ma soprattutto la rocca e il convento di Santa Maria delle Grazie a Senigallia. Oltre a ciò, si dà conto degli stemmi usati dalla moglie di Giovanni (Giovanna di Montefeltro) e degli altri esponenti della casata della sua generazione, in particolare Giuliano (poi papa Giulio II) e Leonardo duca di Sora.